domenica 1 giugno 2014

Lettera a un politico corrotto

Caro Onorevole,
... no... così iniziamo male. Ci riprovo...

Caro Deputato,
... mmm... no. Non credo fosse stato "deputato" a fare ciò che ha fatto.

Buongiorno.
Sono un cittadino come tanti. Ha presente uno di quelli che incontrava nelle piazze e nei mercati durante la campagna elettorale?
Se la ricorda la campagna elettorale, vero? Quel momento in cui, con quell'abilità nell'essere così credibile, provava a convincere tutti noi di quanto sarebbe stato "vantaggioso" per questo Paese votare Lei e non altri. E ci è riuscito...

Sembrava tutto perfetto. Ma... qualcosa è andato storto. Qualcuno, in modo inatteso e inaspettato, ha messo il becco in questioni che hanno fatto emergere una realtà che ha deluso tutte quelle persone che l'hanno votata.

Io non sto scrivendo questa lettera con l'intenzione di insultarLa.
Lei ha ceduto, come tanti. Ha ceduto a quel senso di onnipotenza e inattaccabilità, tipico di molte persone che arrivano a coprire quel ruolo.

Ha ceduto alla tentazione di avere sempre di più, di non accontentarsi mai.
Il successo ha l'effetto di una droga. E l'essere umano è debole quando viene messo di fronte alla scelta: "prendere o rinunciare?".
Ma non ci si rende conto di essere di fronte ad una scelta.

"Perché 'scelta'? Io posso prendere e far credere a tutti di saper rinunciare. Tanto nessuno mi scoprirà mai... Ho chi mi copre. Chi mi protegge. Mica sono solo in tutto questo. Funziona così. Se rinunci sembri pure stupido. E io stupido non sono..."

E' questo che si arriva a pensare, vero? E ci si sente ancora più forti. Ancora più potenti.

Non mi piace giudicare le persone. Io sono un semplice cittadino. Io sono un semplice uomo. Quasi come Lei. E non dovrei avere il diritto di giudicarLa.

Però Lei ci ha tradito. Lei ha tradito la fiducia di molte persone. E almeno una riflessione me la deve concedere...

Vede, i suoi predecessori hanno rovinato questo Paese.
I suoi predecessori sono il motivo per cui, oggi, ci ritroviamo nelle piazze un comico che grida: "Tutti a casa!". E questo comico, per quanto non mi piaccia personalmente, è assolutamente legittimato ad urlare la propria rabbia. Rabbia che è condivisa da molti. E come dar loro torto...?

Lei, però, ha una responsabilità in più rispetto ai suoi predecessori. Lei ha tolto la speranza di poter cambiare. Lei ha tolto anche la voglia alle persone di gridare: "Tutti a casa!".
Le persone oggi vivono un insopportabile senso di rassegnazione.
E' come aver subito una violenza, e successivamente essere riusciti a rifugiarsi nel calore di una persona fidata. Per poi... subire la stessa violenza da quella persona.
Non ti resta più niente. Ti rassegni a vivere in quell'inferno.

Ora la lascio in compagnia della Sua coscienza. Credo abbia molte altre cose da dirLe...

Andrea

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