giovedì 27 dicembre 2012

Genio e sregolatezza


L'amore è cieco...

Dio è amore...

Ray Charles è cieco...



... quindi Ray Charles è Dio.



domenica 16 dicembre 2012

Un piccolo Grande uomo... Maurizio Puato

Chi mi conosce bene sa che non sono il tipo da "celebrare" gli altri. Non sarei in grado di celebrare me stesso, figuriamoci gli altri. E figuriamoci celebrare una persona che conosco poco.
Però una persona come Maurizio, che ho la fortuna di conoscere personalmente, va a parer mio "celebrata". Non perché in questi giorni è stato sulle scene della cronaca. Non perché "è andato in TV". Non perché ha scalato la Mole Antonelliana.

Il motivo è uno solo: Maurizio è una di quelle persone che riesce a trasmettere le proprie passioni. Ne ho conosciute poche di persone come lui. Obiettivamente lo conosco da poco tempo. Non ho un gran confidenza, e non ho neppure gli elementi per poterlo "descrivere", dato che non so molto di lui.

Però è una persona che "comunica". E lo fa senza parlare. Lo guardi negli occhi e intravedi un fiume in piena. Le sue passioni si percepiscono. Non ho la passione dell'arrampicata. Non ho la passione della fotografia. Eppure... riesco a percepire queste due passioni. Maurizio è una persona che sa "travolgerti" senza che tu te l'aspetti.

Maurizio è una di quelle rare persone che hanno dato un senso alla propria esistenza.

E io provo una sana invidia per Maurizio...

Continua così Mauri... :-)

sabato 8 dicembre 2012

Le tre canzoni più belle di tutti i tempi...

Spesso ci si ritrova a dover rispondere a questa domanda: "Che musica ti piace?". E ogni volta mi ritrovo travolto dall'imbarazzo. A questa domanda NON SO rispondere.

Non sono una persona che passa le giornata con cuffie e/o auricolari. Non sono una persona che ascolta musica continuamente. Non sono un'enciclopedia vivente della musica nazionale e internazionale. Ma mi considero una di quelle persone che sa "sentire" la musica... e che non si limita ad "ascoltarla".

DA SEMPRE... mi capita di ascoltare una canzone e non rendermi neanche conto delle parole. Ahimé, io non ascolto praticamente MAI le parole di una canzone. Non ci riesco. A meno che la musica non mi trasmetta... niente. Ma se una musica mi piace, le parole sono quasi d'ostacolo.
E' così che vivo la musica.

"Che musica ascolti?"... seconda domanda a cui non so rispondere. Ascolto la buona musica. Quella "penetrante". Quella che ti fa rimanere senza fiato all'improvviso e inaspettatamente.

Ma alla domanda: "Quali sono secondo te le tre canzoni migliori di tutti i tempi?"... so rispondere. Senza indugi. Senza ombra di dubbio.

Eccole (mio assoluto e soggettivo parere):
  1. Nothing else matters - Metallica: un capovaloro. IL capolavoro. Un miracolo, considerata la quasi "banalità" del giro di accordi (e delle parole). Qualcosa di talmente "semplice" da diventare quasi incomprensibile. Non è una canzone. E' un sentimento. E descrivere un sentimento è impossibile. Sta di fatto che è l'unica canzone che, nell'ascoltarla, vorrei non finisse mai. E quando finisce sto male. Perché non si è pronti al silenzio dopo aver ascoltato una canzone come questa.
  2. November Rain - Guns N' Roses: qui di "banale" non c'è niente. E' come andare sulle montagne russe. Poi ad un tratto... una salto nel vuoto. E si rimane lì sospesi. Ma sentendo nel profondo che qualcosa sta per succedere (e siamo verso la metà della canzone). L'attesa dura poco... e l'adrenalina va alle stelle. Le montagne russe ricominciano... ma stavolta non si intravede più la fine.
  3. Innuendo - Queen: beh... che dire. L'Arte. E' quasi l'opposto di Nothing else matters. Estremamente complessa. Articolata. Direi quasi "annodata". Siamo al Divino... ciò che si arriva ad adorare senza poterne verificare la reale presenza. Qualcosa che senti troppo superiore alla tua percezione. Si ascolta Innuendo... e ci si sente "piccoli". E' "tanto". E' troppo. Non può essere stata creata dall'uomo una canzone così.
E ce ne sono molte altre... ma queste tre sono, a parer mio, di parecchie grandezze superiori a tutto il resto.

lunedì 3 dicembre 2012

Il nuovo che avanza... Sì, ma adesso è meglio di no.

Una bella premessa a caratteri cubitali: la Politica, ahimé, mi interessa poco.
Questo post non ha neanche lontanamente il sapore del mini-comizio politico.

Per mia natura, non sono in grado di prendermi in giro. E non riesco ad accettare il fatto che oggi la Politica non sia qualcosa di serio... qualcosa di credibile.

Serietà e credibilità sono stati storicamente gli elementi fondanti della Politica. Abbiamo vissuto per anni in un Paese civile e democratico. E questo lo dobbiamo ai grandi uomini che con la Politica hanno costruito il futuro... nonché il nostro presente.
Uomini seri e credibili hanno investito la loro vita nell'illusione di poter essere d'esempio per le generazioni future. Ma il progetto è fallito. Il progetto orientato al continuo miglioramento della qualità della vita... è inesorabilmente fallito.
Non ho le capacità di individuare cause e responsabilità. Ma il progetto è fallito. Punto e basta.

La Politica ha perso di credibilità. Le persone che si avvicinano alla Politica diventano, nel migliore dei casi, poco credibili dopo pochissimo tempo.
Serietà e credibilità non sono più requisiti richiesti per poter diventare elemento attivo nella classe dirigente di una società. Peccato.

I grandi uomini della storia pensavano alle generazioni future. Oggi si pensa solo più al presente. E non si ha nemmeno rispetto del proprio passato.
Un po' di responsabilità da parte dell'istruzione la intravedo. Ma non mi interessa, ora, approfondire questo tema.

Volevo solo esprimere un'impressione riguardo al tema di queste ore: le primarie del PD che ha visto contrapposti Bersani e Renzi. Non intendo esprimere giudizi sulle due persone.

Ma l'impressione che ho avuto è questa:
  • Bersani, classe 1951, inizia la sua carriera politica "attiva" nel 1980 come assessore
  • Renzi, classe 1975. inizia la sua carriera politica "attiva" nel 1999 in qualità di segretario comunale del Partito Popolare Italiano
  • la gente si trova a dover scegliere tra "novità" ed "esperienza"
... e non ha dubbi: sceglie l'esperienza. Si ha poca fiducia di qualcosa di diverso da ciò che conosciamo da sempre. La gente teme il cambiamento. La Politica che abbiamo sempre conosciuto ha la faccia di Bersani... non di Renzi. Renzi non sembra un politico. Viviamo di stereotipi.

La gente disprezza la Politica. Ma non sente il peso della responsabilità di dover cambiare tutto. Radicalmente. Anche nell'immagine.

Siamo un Paese vecchio. Non un Paese di vecchi. Siamo vecchi già a 30 anni. Rassegnati a dover vivere nell'unica realtà che conosciamo. Ci si piange addosso. Ed è la cosa più semplice che si possa fare. Il potersi lamentare continuamente è l'alibi... quello che ci permette di non sentirsi responsabili di fronte ad una civiltà che tende precipitosamente alla distruzione.

giovedì 15 novembre 2012

Grandi uomini

Per chi non l'avesse mai visto... guardate attentamente questo filmato.


E' pazzesco.
Un uomo che "sente" ciò che dice. Un uomo credibile. Un uomo responsabile. Un uomo. Un semplice uomo che prova a trasmettere i valori in cui crede... un uomo che ci riesce.

Ma perché non ci sono più uomini impegnati in politica di questo spessore?
"Giovani che mi ascoltate... Lotterò sempre al vostro fianco per la pace nel mondo, per la libertà e per la giustizia sociale"

martedì 30 ottobre 2012

Anonymousmania

L'informatica è forse la colonna portante della mia vita. Mi sono avvicinato ad essa quando avevo 11 anni. E non nel modo consueto, tipico dei giovanotti di quell'età. Sì è vero, anche i videogiochi... ma soprattutto i primi programmini in GWBasic, Pascal, C (ANSI!!!).

In TV guardavo roba tipo Automan, film come Tron e Wargames - Giochi di guerra. E mi incantavo a vedere quelle immagini di tecnologia primordiale, ma così futuristica.
Giocavo con i Lego, e ci costruivo improbabili sistemi di calcolo che erano vie di mezzo tra personal computer e stampanti.

Poi sono venuti fuori gli Hackers.
Invito coloro che immaginano un hacker come un tizio mezzo malavitoso, ma con la faccia da pirla (tipico del nerd disadattato) pronto a far danni entrando nei PC di chiunque per rubare informazioni e soldi... a leggere attentamente il post di Wikipedia che spiega bene le VERE origini del termine hacker. Se poi avete ancora voglia di approfondire il tema, vi invito a conoscere LUI... un vero mito in ambito informatico... un vero hacker, nonché principale esponente del movimento del software libero: Richard Stallman (e qui mi inchino).

Adesso c'è Anonymous, un'associazione di personaggi non meglio identificati... organizzati in una non-organizzazione (dove ognuno fa un po' quel che gli pare)... che "attaccano" siti, enti governativi, pubbliche ammistrazioni a caso per combattere battaglie non chiare.

Insomma, a me 'sta roba non affascina. Ma per niente!!! Sarà che ormai sto diventando vecchio. Ma le azioni che compie quotidianamente questo non-gruppo... non mi interessano. E a dir la verità. non credo di essere l'unico ad essere disinteressato a queste dimostrazioni di "forza".

Leggetevi (qui) uno degli ultimi "attacchi italiani" da parte di Anonymous nei confronti della Polizia di Stato. Riporto il paragrafo finale:
"Ma perchè questo gesto? Il motivo è spiegato proprio da Anonymous, i quali sembra vogliano rivendicare l’introduzione del reato di tortura, telesorveglianza continua delle azioni delle Forze dell’Ordine, la presenza di un codice identificativo sulle giacche degli agenti e il totale disarmo proprio dei poliziotti durante manifestazioni e cortei."

Allora... 4 nerds non organizzati... si mettono a "violare un sistema informativo" come quello della Polizia di Stato... per rivendicare la telesorveglianza e per pretendere il disarmo dei poliziotti??? E questi fantomatici attacchi, oltretutto, arriverebbero "da fuori"? Mah. Può essere.
Lo sappiamo tutti: non esistono sistemi informativi sicuri. E non serve Anonymous per dimostrarcelo.

Ci tengo a citare il principio del Rasoio di Occam:
"A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire"
Perché scomodare 4 sfigatissimi nerds con l'intento di violare complessi sistemi infromativi agendo dall'esterno... quando è sufficiente un non troppo esperto di informatica che possa agire dall'interno?

Anonymous e Hackers... hanno poco in comune. Negli intenti. Ma soprattutto nei modi.

martedì 28 agosto 2012

L'arte che genera emozione

Spesso mi capita di andare a "zonzo" per Youtube. Una di queste volte mi sono imbattuto in alcune performance di un'artista di cui non avevo mai sentito parlare.
Sono un convintissimo estimatore di Fabrizio De Andrè, e sono andato a ricercare l'esibizione live di Geordie al Teatro Brancaccio nel 1998, insieme alla figlia Luvi (ecco qui).
E mentre osservavo in estasi quel magico momento (come avrei voluto essere presente a quel concerto!!), mi cade l'occhio in uno dei link a destra proposto da Youtube.

Ed ecco cosa trovo...


Rimango incantato. Lei si chiama Antonella Natangelo.

Che meraviglia l'arpa. Che brava che è questa Antonella. Che emozione...

Giuro: erano anni che non provavo un'emozione così forte assistendo, per di più tramite un video, all'esibizione musicale di un'artista.

Brava Antonella!!! E grazie...

martedì 7 agosto 2012

C'era una volta il Calcio... o forse non c'è mai stato.

Massììì... due pensieri su quanto sta accadendo allo sport più praticato e diffuso nel nostro Paese: il Calcio. Premetto che non sono un "malato di Calcio"... uno di quelli che arriva al Lunedì e, con i colleghi d'ufficio, commenta ogni singola azione di ogni singola partita giocata il giorno precedente.

Sarebbe davvero facile sparare a zero su questo mondo, ormai (sicuramente troppo) inquinato da aspetti economici gestiti da SpA, televisioni, mega-imprenditori e multinazionali che sponsorizzano ogni singolo evento. Lo sport non può che passare in secondo piano in un contesto simile.

E in mezzo a tutta questo terreno fertile, non può che infiltrarsi la malavita. La malavita travestita da SpA... da televisioni... da mega-imprenditori... da multinazionali.

Imbarazzante osservare i movimenti della Difesa degli imputati (vedi il patteggiamento di Antonio Conte). La dimostrazione che si sta giocando su un terreno governato da QUELLE regole. Dove tutto funziona, ma ogni tanto qualcosa va storto. Tanto vale "limitare i danni".

Il Calcio è ormai una scacchiera.
I pedoni sono gli inconsapevoli, quelli che ancora si illudono di vivere in un mondo vissuto all'insegna della passione, dei valori sportivi, del sudore e dell'allenamento. E tra i pedoni metto anche quei tifosi che, teneramente, pubblicano post su Facebook messaggi di condanna nei confronti di persone e società.
Poi ci sono i pezzi "importanti", quelli consapevoli che alimentano un mondo che non potrebbe andare altrimenti viste le regole imposte dal gioco. Ogni tanto... ne muore uno.
E poi ci sono i giocatori della partita a scacchi.

Non sarà certo rovesciando la scacchiera che si risolveranno i problemi del Calcio. Se davvero si volesse cambiare qualcosa... bisognerebbe rovesciare chi sta seduto al tavolo a giocare quella partita.

Ma chi è disposto a farlo? Chi può buttare giù poteri forti come quelli che governano oggi il mondo del Calcio?

Io credo che l'unica soluzione con un minimo di senso sia stata espressa da Mario Monti: "Forse ci vorrebbe la sospensione del calcio per 2-3 anni". Non so quanta consapevolezza ci fosse dietro a questa dichiarazione. Però temo che l'unico modo per colpire la macchina da soldi che gira intorno al Calcio, vera responsabile di tutti questi deliranti accadimenti, sia fermarsi.

Perché se si ferma la macchina... i malavitosi sono costretti a muoversi verso altri fronti. Ma indeboliti...

venerdì 27 luglio 2012

Arrivederci a prestissimo!!!



Beh... sfrutto un po' il mio blog per augurare, a tutte le pochisssssime persone che vengono qui a trovarmi, buone vacanze. Mi raccomando: RI PO SO !!!!
Quest'anno me ne starò a riposo per ben 4 settimane. Ci volevano proprio. :-)
CIAOOOOOOO!!!!

martedì 10 luglio 2012

Sara Tommasi... eh?????



Ma sì dai... ne parlano tutti. I tormentoni su FB sono già partiti. E devo ammettere che molti post mi hanno fatto decisamente sorridere... anzi, ridere veramente.

Ho preso una delle immagini che stanno girando su FB (quella che vedete), ed in effetti non si riesce a non ridere ad un'immagine come questa. :)))

Non ce la faccio. Davvero. Magari qualcuno potrà anche non crederci, ma io questa Sara Tommasi, fino ad oggi, non sapevo neanche chi fosse. Sì lo so, adesso qualcuno mi accuserà di fare il finto perbenista, quello che poi va in giro a cercare i pornazzi. Ve lo giuro: ho più volte sentito parlare di questa Sara Tommasi, mi è capitato di vederla un paio di volte in TV (bisogna ammettere che stiamo parlando di un gran bel pezzo di figliuola... ops!!!)... ma non ho mai capito né voluto capire chi fosse.

Così sono andato sul solito San Wikipedia da Sotutto (qui). E allora ho esclamato: "AZZ!".

"Dopo aver conseguito la laurea in economia presso l'Università Bocconi di Milano, ha conseguito il diploma di recitazione e di dizione presso il CTA di Milano e ha seguito uno stage di recitazione all'Actor's Studio di New York"


Ahhpperò!!! Allora dietro quell'espressione ridicola (non ce la faccio... ogni volta che la guardo un attimo mi viene da ridere... e poi guardate questo post su FB!!!!!) c'è una persona!!! E anche con gli attributi... sembrerebbe.

E poi... il patatrac. Leggo in giro notizie sulla ragazza. Cocaina... Rubygate... alieni (??!?!??)... ma che tristezza. Stavo quasi per considerarla un mito. La ragazza fuori dagli schemi, laureata, intelligente e che gioca sulle "debolezze" della società odierna per far soldi, carriera ed avere notorietà. Discutibile nei modi... ma apprezzabile nel modo deciso in cui insegue i propri intenti. E invece no. La solita mezza sbandata. Figlia di un mondo pseudo-aristrocratico fatto di festini, vecchi bavosi, ex-premier ( ... ihihihihi...), capitalisti che vivono una vita di perversioni e... solitudine. Tremenda solitudine.

Così finisce la storia di un mito mai nato. Fra qualche giorno nessuno parlerà più del video porno di Sara Tommasi. Lei non saprà più cosa inventarsi. E assistiremo all'ennesimo caso di quasi-vip che esce, a forza, dal palcoscenico... con i fischi di tutti. Spero per lei che questo non accadrà. Ma sembra di assistere a qualcosa di già visto...

martedì 12 giugno 2012

Italiani e razzismo

Gli Italiani... sono razzisti?

Se facessimo questa domanda agli italiani, sono convinto che verrebbero fuori due schieramenti perfettamente identici nei numeri.

L'Italiano ha invaso il mondo. E come tutti i popoli che hanno vissuto direttamente il fenomeno dell'emigrazione, il razzismo l'hanno subito. E lo subiamo ancora. Ovunque.

ITALIA = MAFIA

Questa equazione la conosciamo bene.

E come tutti i popoli che hanno subito il razzismo... diventiamo razzisti. E' inutile negarlo. Non è certo un giudizio sommario. In linea generale... siamo razzisti. Non tutti, ovviamente. Ma il razzismo fa parte del nostro DNA. Riusciamo ad essere razzisti verso connazionali che abitano in regioni diverse dalla nostra. E riusciamo ad esserlo anche nei confronti di persone che vivono in città che distano 50Km dalla nostra. Addirittura tra comuni adiacenti si vivono quotidianamente episodi di "intolleranza".

E figuriamoci verso "lo straniero". Qui riusciamo a sfogare tutta la nostra ira. Tutto il nostro malessere lo scaraventiamo contro "lo straniero tutelato".

"Rumeni ed albanesi commettono reati e non vengono puniti!!!"
"Le tasse le paghiamo solo noi Italiani!!!"
"Facciamo entrare tutti... soprattutto i delinquenti!!!"
"Negli enti pubblici, gli stranieri hanno più diritti rispetto a noi cittadini italiani!!!"

Potrei scriverne centinaia di frasi "tipiche" come questa.

E' verso lo straniero che sfoghiamo tutta la nostra rabbia nei confronti di un sistema che non funziona. Ed il motivo per cui non funziona non è dovuto agli stranieri in Italia. Non funziona. E basta. Semplice.

E così fomentiamo l'odio nei confronti di Rumeni, Albanesi, Marocchini, Nigeriani,.... perché non possiamo accettare che un "ospite" possa commettere reati in un Paese che ti sta salvando la vita. Tale senso di intolleranza è umano nei confronti di una cosa "non giusta" come questa. E' umano ed anche sacrosanto.

Però facciamo un esercizio. Facciamolo tutti insieme. Immaginiamo di essere noi stessi... persone per bene che, però, vivono negli USA. Siamo Italiani. E siamo integrati nella società statunitense da parecchi anni. Abbiamo un buon lavoro ed una famiglia. Purtroppo c'è una comunità di Italiani malavitosi... mafiosi. Nel giro di due anni, questa organizzazione di delinquenti, uccide due dei migliori giudici statunitensi da sempre impegnati nella lotta contro la criminalità organizzata. E parallelamente ci sono anche interi gruppi di delinquenti italiani disperati che rubano... uccidono per due soldi... e vivono in quartieri dove non ci si può neanche avvicinare.
Ecco... adesso prendete un americano. Provate a convincerlo che voi non siete così, nonostante voi siate Italiani. Ma fate bene attenzione ad una cosa: guardate negli occhi di quella persona che vi sta osservando. E cercate di capire cosa stia pensando... ma soprattutto cercate di interpretare bene il modo in cui vi sta guardando.

Vita difficile quella dell'emigrato per bene che vorrebbe "solo" inserirsi in un'altra società... Chiedetelo ai vostri avi durante qualche seduta spiritica. :-)

lunedì 4 giugno 2012

Zombie e dintorni

Avete letto questo articolo?

Si parla di zombie. Alcuni accadimenti degli ultimi giorni, sembrerebbero delineare l'ipotesi di un'improvvisa "epidemia di antropofagia".

Caspita. Ancora mi ricordo la prima volta che ho visto il film Zombi. Ve lo ricordate? Io ero un ragazzino. Mi viene ancora in mente la scena nel centro commerciale. Ero ipnotizzato. Certo, guardarlo ora... verrebbe da ridere. Non tanto perché sono (parecchio) cresciuto. Ma per gli effetti speciali dell'epoca. Era il 1978. Io l'avrò visto una decina di anni dopo.

Comunque fa riflettere quell'articolo. Le autorità americane hanno addirittura dovuto smentire ufficialmente che non si tratta di un'invasione di zombie. Che popolo strano quello americano. L'influenza della cinematografia si fa parecchio sentire.

Piuttosto, sarebbe da analizzare meglio l'effetto delle nuove droghe. Generalmente, i pazzoidi che arrivano a compiere gesti simili sono sotto l'effetto di acidi e droghe di nuova generazione. Un qualunque "complottista" (e io ne conosco parecchi) arriverebbe a dire che questo scenografico intervento da parte delle autorità americane nasconderebbe l'imbarazzo di dover spiegare alla comunità che sono in commercio delle droghe che rendono zombie le persone... fino a portarle a deliranti azioni di vero e proprio cannibalismo.

Non lo so. So solo che è preoccupante vedere che i protagonisti di queste tragiche azioni siano sempre giovani disadattati. Forse ci si dovrebbe interrogare più su questo aspetto. E non sull'ennesima scenografia del film creato intorno ad un reale fenomeno drammatico.

martedì 29 maggio 2012

Forza...


Il mio pensiero va lì... in quelle terre dove risiedono le radici della mia esistenza.
In quei posti magnifici, abitati da persone semplici come è ormai difficile trovare altrove.

Tutta l'Italia sa che saprete rialzarvi.
Tutta l'Italia sa che non aspetterete che qualcuno venga a ricostruirvi ciò che la Natura vi ha distrutto... ci ha distrutto.

Forza. Ce la farete. Ce la faremo.

E il mio pensiero va a coloro che non ci sono più.

lunedì 28 maggio 2012

Corvi e segreti

Un po' mi dispiace scrivere due post consecutivi sul tema "Chiesa/Vaticano". Ma i fatti di questi giorni non possono certo passare inosservati.

Allora, sarò sincero: non ho capito praticamente NIENTE. Non sono a caccia di commenti nel mio blog, ma vi prego: se qualcuno ha capito qualcosa più di me... potrebbe spiegarmelo?

In questa storia, che sembra più la trama di un romanzo di Dan Brown,  si parla di lettere segretissime, documenti riservati, il marcio della Chiesa che deve emergere.

Ma di cosa diavolo si sta parlando??? E la Fede, in tutto questo, cosa c'entra??? Cosa dovrebbe mai tener così nascosto il Vaticano? Quali segreti deve mantener nascosti ai fedeli ed ai non fedeli? E cosa pensano i fedeli di tutto questo?

Leggo articoli da tutte le parti e sento parlare di "Intelligence vaticana", e Cardinali che tramano qualche sorta di strategia dai fini ignoti. Ma cos'è 'sta roba??? Forse un atto per screditare definitivamente il Vaticano, una sorta di complotto per distruggere una volta per tutte uno Stato che parla di segreti ed ostenta ricchezze trascurando la vera missione a cui i rappresentati sono chiamati a rispondere. O forse un suicidio collettivo. Non lo so. Ma so che tutto questo mi provoca una sensazione di disagio... di tristezza. Nonostante non abbia mai visto di buon occhio la "macchina Vaticano". Perché penso alla gente. Penso a coloro che cercano una "guida" che li aiuti ad affrontare la propria esistenza. No. Questa roba non mi appartiene.


martedì 22 maggio 2012

NO CONDOM!!!! E poi...?

Oggi mi è capitato, così per caso, di porre ad un mio collega, molto credente, la seguente domanda: "Berlì... (adesso so che riderà leggendo, ndr)... ma perché la Chiesa è contro l'uso di contraccettivi? Non pensi che sia una posizione un po' 'fuori dai tempi'?".

In effetti è proprio una cosa che non riesco a comprendere: ma perché mai la Chiesa non mette mai in discussione dogmi che persistono da 2000 anni? Come è possibile pensare che le "regole di vita" degli individui di oggi possano essere le stesse medesime regole dei nostri avi vissuti, ad esempio, nel Medioevo???

Oggi viviamo in un mondo dove la scienza ci permette di conoscere in anticipo anche eventuali incompatibilità genetiche in una coppia, che porterebbero a procreare individui malati o con grossi handicap fisici. Nel Medioevo questo non era possibile. Cosa dovrebbe fare in questo caso una coppia: non avere più rapporti fisici? Mettere al mondo figli che avranno un'esistenza insopportabile e diventare spettatori consapevoli di questa tragedia?

"La Chiesa non tollera l'uso del preservativo anche perché inquina la fisicità della coppia, perché il preservativo rende l'atto fine a sé stesso"... Aspetta... questo è un paradosso: la Chiesa considera importante la fisicità ed il rapporto intimo che c'è tra marito e moglie... e non accetta che una coppia decida di vivere la propria sacrosanta sessualità senza rischiare di mettere al mondo figli? No. Non mi torna. Non sta in piedi.

Dobbiamo ammettere una cosa... le coppie di oggi, oltre a porsi il problema del rischio di mettere al mondo figli con problemi, si trovano a dover far fronte ad un altro dilemma: "siamo in grado di garantire una vita degna ai nostri figli?". La questione è molto più complicata di quel che possa sembrare. Un tempo c'era "poco". Tutti gli individui vivevano con poco. Le famiglie del ceto medio e medio-basso mettevano al mondo figli il cui "minimo indispensabile" per poter vivere era... "poco".
Ora, purtroppo, non è più così. Consumismo ed evoluzione sociale, ci ha portati a dover fare i conti con un "minimo indispensabile" che non è più "poco" come una volta. La questione economica, in una famiglia, è oggi un problema ben più complicato di un tempo. Per non parlare del fatto delle dinamiche che portano un ragazzino di 13 anni a sentirsi un emarginato ed un rifiutato dalla società se non possiede uno smartphone.

Non sto certo dicendo che il mondo di oggi sia migliore di quello vissuto dai nostri avi. Anzi, in linea generale, penso che sia esattamente il contrario. Ma non possiamo negare la realtà. Non possiamo far finta che questi aspetti siano trascurabili.

Perché la Chiesa non inizia a parlare un linguaggio più simile a quello usato nei giorni nostri? I dogmi e le regole sono importanti... fondamentali per qualunque individuo. Per i credenti ancora di più. Ma il non mettersi mai in discussione... è un gioco pericoloso. Gli individui che non si mettono mai in discussione... rischiano l'isolamento. Perché con il passare del tempo iniziano a parlare un linguaggio incomprensibile. Il "protocollo di comunicazione" è importante. In Elettronica, due dispositivi comunicano tra loro solo se condividono il medesimo protocollo di comunicazione.

venerdì 18 maggio 2012

$$Facebook$$

In effetti sono numeri che fanno riflettere.

"Facebook genera oltre 34mila posti di lavoro in Italia, per un fatturato che tocca i 2,5 miliardi di euro."

Lo si può leggere in questi giorni in diversi articoli in giro per la rete (questo è uno).

E' impressionante pensare che gli equilibri economici del nostro pianeta stanno finendo nelle mani di società che si chiamano Google, Facebook, Apple... e non dimentichiamoci di Microsoft.

Forse è finita l'era del petrolio... ma non saprei come definire questa nuova epoca che, forse in modo non del tutto consapevole, ci stiamo trovando a vivere.

"Complessivamente, nell’Unione europea, Facebook fa registrare un volume d’affari da oltre 15 miliardi di euro, generando oltre 230mila posti di lavoro legati al social network."

Incredibile. E noi continuiamo a rincorrere modelli di economia fermi a 150 anni fa. E quei modelli andiamo anche ad insegnarli nelle Università.

Avete mai notato quanto siano imbarazzati (ed imbarazzanti) quelle cariatidi che escono ed entrano tutti i giorni da Montecitorio nel momento in cui viene chiesto loro di commentare il fenomeno dei social network? La sensazione che vivano in un mondo che non esiste più è una cosa che percepisco solo io?

Quella "stronzata di applicazione" (come molti la definiscono) vale 15 miliardi di euro... Io non ho la presunzione di chiamare "stronzata" qualcosa che vale 15 miliardi di euro... :-)

martedì 8 maggio 2012

Rivoluzioni silenziose

Mentre in Italia continuano i suicidi di persone che hanno perso il lavoro o la loro piccola impresa (ma forse è il solito fenomeno periodico in cui i mass media puntano i riflettori sul caso del momento per amplificarne gli effetti), in Europa è già iniziata una vera e propria rivoluzione.

A parte la situazione francese di cui siamo decisamente informati (sarà anche solo per il fatto che l'ex First Lady è una persona a noi nota), poco si sa di quanto sta accadendo, per esempio, in Romania ed in Grecia.

Per ovvi motivi "personali", mi tengo abbastanza aggiornato su quanto sta accadendo in Romania. Una vera e propria rivoluzione ha cancellato in un attimo un Governo giudicato inadeguato. E la rivoluzione è partita, guarda un po', dai giovani. La Romania è un Paese che ha avuto grandi difficoltà nel dopo-regime. Le persone si sono trovate a dover vivere all'improvviso in un nuovo mondo. Anzi, hanno dovuto costruire un mondo partendo dal nulla. La mia generazione e quella precedente, in Romania, ha dovuto lavorare per costruire un presente. E la nuova generazione sente ora, sul proprio groppone, il peso della responsabiltà di costruire un futuro per il proprio Paese.

La storia si ripete: è più o meno ciò che è accaduto nella nostra amata Italia verso la fine degli anni '60, quando i giovani, "figli del dopoguerra", hanno avuto l'istinto di far sentire la propria voce. Nel bene o nel male.

Io ho una terribile sensazione, e spero che gli accadimenti futuri mi daranno torto. Io faccio parte di una generazione che, in linea generale, ha vissuto bene. I nostri genitori hanno vissuto in un finto benessere ed hanno potuto viziare i proprio figli e "proteggerli" garantendo loro anche il superfluo. Sicuramente il necessario.

I giovani d'oggi si trovano ad avere genitori che a stento riescono a sopravvivere, ma sono disposti a rinunicare all'indispensabile pur di far star bene i propri figli. L'effetto è lo stesso: l'attuale generazione dei giovani e la mia... difficilmente saranno in grado di cambiare questo Paese scendendo in piazza e facendo sentire la propria voce.

Una dimostrazione? L'unico "tentativo" (a quanto sembra) di voler cambiare le cose... arriva da Beppe Grillo. Uno che nel '68 aveva 20 anni. Il leader della fantomatica "nuova generazione" che dovrebbe dare una nuova identità a questo Paese... non è un giovane, ma un ex sessantottino. Il Movimente 5 Stelle e fondamentalmente composto da giovani: se Beppe Grillo decidesse ADESSO di mollare tutto... quanto durerebbe il Movimento 5 Stelle? Il mio è un dubbio, sia chiaro. Non è sfiducia rispetto a questo movimento che reputo molto interessante.

I giovani italiani non sono, ahimé, come i giovani rumeni o greci. Perché non sono guidati dallo stesso spirito... dalla stessa consapevolezza di essere l'elemento fondamentale per il futuro di questo Paese.

Spero vivamente che la mia sensazione non troverà alcun fondamento e poter dire fra qualche tempo: "Ho detto un sacco di cazzate.".

sabato 5 maggio 2012

Quel globo che toglie il fiato...

In questo week-end arriverà la "super-Luna". Probabilmente non riusciremo a vederla a causa del brutto tempo, ma la Luna apparirà più grande del 14% rispetto al solito ed il 30% più luminosa.

Sin da bambino, guardare la Luna è una delle pochissime cose che... mi toglie il fiato. Non voglio certo diventare "patetico". In realtà non sono una persona dall'animo molto romantico. Ahimè.

Ma la Luna... accidenti. Più volte nella vita mi è capitato di rimanere incantato a guardarla per minuti. E' una sensazione che non so spiegare. Difficilmente mi trovo a vivere momenti in cui mi sento davvero rilassato. Ecco: guardare la Luna mi rilassa. E mi provoca emozione.

Non credo certo nell'astrologia. I cancerini come me sono chiamati "figli della Luna" perché è proprio la Luna a governare il segno del Cancro. Boh. Non so argomentare un tema come quello dello studio degli astri.

Ma sarà un vero peccato non poter osservare quella meraviglia della Natura proprio nel giorno in cui è così vicina al nostro pianeta.


"La luna è come la libertà: sta in cielo e in fondo al pozzo."
Antonio Delfini



giovedì 3 maggio 2012

Canne legalizzate!!!

La notizia è bella fresca: il Consiglio Regionale toscano ha approvato la proposta di legge che consentirebbe alle strutture sanitarie regionali di erogare farmaci a base di cannabinoidi per combattere il dolore, nelle cure palliative e in alcuni tipi di terapie come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma.

Bene. Ovviamente il messaggio che è arrivato a molti è stato: "Finalmente potremo farci le canne tranquillamente!".

Leggo articoli come questo, presente su RollingStone Magazine, una "rivista" che tratta principalmente temi legati alla musica ... e già dal titolo inizio ad innervosirmi. Dal sottotitolo inizio a non aver più dubbi su come andrà avanti l'articolo. Mi verrebbe già voglia di chiudere la pagina. Ma cerco di andare avanti. Mentre leggo, però, mi tranquillizzo. Anche perché è praticamente tutta una citazione virgolettata.

E poi arriva il boom finale: "Ma una breccia verso la piena legalizzazione delle droghe leggere è stata aperta. Il proibizionismo ha le ore contate?".

E no. Qui mi incazzo. Questo mi irrita. E parecchio. Io posso essere favorevole o contrario alla depenalizzazione dell'uso di droghe leggere. Non dirò neanche come la penso in questo post. Ognuno può esprimere la propria idea. Ci mancherebbe!

Ma qui si sta strumentalizzando in malafede una relazione tecnica fatta da medici per far passare il messaggio che siamo vicini al momento in cui tutti potranno liberamente farsi canne e coltivare piante di marijuana nel proprio orticello. No. Questo non lo accetto. E non lo accetto da una testata come RollingStone Magazine che dovrebbe avere uno spirito "giovane", lontano da quell'odioso modo di strumentalizzare le notizie tipico delle attuali importanti testate giornalistiche.

Qui, se vi va di leggerlo, potete trovare l'articolo esposto con serietà.

Si parla di terapia del dolore signori, oggi già presente mediante l'ausilio di oppiacei. Non di terapia della bamba. Su dai... siate seri.

lunedì 30 aprile 2012

Rivoluzione o rassegnazione?

Ho trovato in giro per la rete una tabellina che mi ha sconvolto, ed è la seguente:



E' incredibile. Non sono certo un esperto di economia, ma in effetti mi ricordo quando mi bastavano 45€ per un pieno, mentre adesso ce ne vanno circa 75€. E stiamo parlando solo di 3 anni fa!!!
L'unica cosa davvero certa è che il mio stipendio non è variato da tre anni a questa parte. In realtà non è variato da 5 anni a questa parte (e 5 anni fa è il momento in cui ho cambiato azienda, altrimenti sarei andato ulteriormente a ritroso).

Io non saprei prevedere per quanto tempo reggerà questa situazione. Per pura curiosità ho provato ad effettuare la seguente ricerca su Facebook: "rivoluzione Italia". Beh... non sono riuscito a contare tutti i gruppi che incitano alla rivoluzione. Provate.

La gente è stanca. Non ce la fa più. E la gente, ormai, comunica. Non so se siamo davvero alla vigilia di una vera e propria "rivoluzione"... un nuovo '68... Ma una cosa è certa: gli strumenti per comunicare e per organizzarsi, oggi, non sono neanche lontanamente confrontabili con quelli presenti verso la fine degli anni '60. Forse gli italiani sono un po' più stanchi di allora. Forse mancano leader. Forse non si sa più con chi prendersela.

E la rassegnazione collettiva, a mio parere, fa molta più paura di una ipotetica rivoluzione...

domenica 29 aprile 2012

Introspezione...

Ho iniziato il blog con il tipico approccio del "tuttologo". Ma non è questo il mio vero intento.
Non mi interessa commentare gli eventi di cronaca per scatenare dibattiti e confronti. Non farò il solito provocatore che dice cose impopolari per suscitare l'interesse altrui. E neppure il qualunquista che dice cose scontate per ricevere approvazioni e conferme. La maggior parte dei blog sono così. E lo ammetto: alcuni di loro sono davvero divertenti ed efficaci proprio perché usano queste formule.

Ho aperto questo blog solo ed esclusivamente per "fissare" alcune idee che passano per la mia testa. Fissarle sui post ed ogni tanto rileggerli. Fra qualche tempo, probabilmente, mi verrà da sorridere rileggendo i post che ho scritto. Speriamo. :-)

Ho provato a cercare in giro la traduzione del comune modo di dire "Chiudersi a riccio", ed ho trovato la seguente definizione: "trincerarsi in un silenzio impenetrabile". Bella. Mi piace. Rende l'idea. Perfetta.

Spesso mi sono sentito dire: "Non ti devi chiudere a riccio!". Sì, lo ammetto: fa parte del mio terrificante carattere. Chi mi conosce lo sa. Chi mi conosce sa quanto fatichi a non "chiudermi a riccio". Ci combatto tutti i giorni. Se solo non intervenisse la mia parte razionale, sarei almeno 12 ore al giorno come il simpatico animaletto nella foto. Immobile. Ma sereno. Perché se qualcuno si volesse avvicinare... si pungerebbe. E questo mi permette di poter riflettere in santa pace e senza influenze esterne.

Questa mia... "caratteristica"... mi ha spesso penalizzato. Ho perso molte amicizie per questo motivo. Soprattutto per gli equivoci che inesorabilmente vengono a crearsi. Ma ne ho anche acquisite di importanti. E' difficile starmi accanto. E' difficile rimanermi amico. Perché è difficile capire il motivo dei miei comportamenti che mutano in modo repentino. Io sono così. Purtroppo. E per quanto lavori costantemente su me stesso... non riuscirò mai a cambiare questo aspetto del mio carattere. Quando sento il bisogno di riflettere... nel bene o nel male... nei momenti buoni o nei momenti meno buoni... mi chiudo a riccio. E basta.

Questo post ha il sapore "dell'autodenuncia". :-) E lo dedico a tutte quelle persone che vedono in me un enorme punto interrogativo. Comprese le persone che mi stanno moooolto vicino.

venerdì 27 aprile 2012

Il ritorno dell'orco


E ci risiamo.

L'ennesimo ed insopportabile omicidio passionale.

Di nuovo l'orco che si porta via, questa volta, un angelo di 20 anni. E di nuovo quel senso di rabbia collettiva che ci rende orchi tra gli orchi. "Ce l'avessimo tra le mani quel bastardo...". Chiunque l'ha pensato.

Perché tutta questa violenza? Perché l'uomo non è più in grado di gestire una relazione che finisce?
Oggi si parla tanto di stalking, ed esperti affermano che le cause di questo comportamento siano da attribuire al fatto che l'uomo non abbia ancora del tutto "metabolizzato" l'emancipazione femminile.

Da uomo che ha vissuto direttamente l'interruzione di una relazione consolidata e durata parecchio tempo, posso confermare che l'elemento debole in queste situazioni è molto spesso l'uomo. E i fatti lo dimostrano.

Ma la violenza, a mio parere, non può essere diretta conseguenza dalla disperazione nel vedere terminato il rapporto che ci ha tenuti legati ad un'altra persona. Io non posso credere che un non-violento per natura possa arrivare ad uccidere in preda ad un improvviso raptus. E ad uccidere la persona che ha amato o cha ama ancora.

Possiamo andare avanti per l'eternità a discutere su temi come l'emancipazione femminile, il ruolo dell'uomo e della donna nella società odierna, la violenza nei confronti delle donne... Questi problemi vanno risolti alla radice: dall'educazione che arriva dalle scuole e dall'interno delle mura domestiche.

E la mia sensazione è che un tempo la scuola fosse l'elemento fondamentale per l'educazione infantile... ma solo perché alle spalle c'erano nuclei familiari solidi ed attenti all'educazione dei propri figli. E' inutile prendersela con gli insegnanti. Io avevo rispetto per la mia maestra e con tutti noi era autorevole, se non addirittura autoritaria. Perché era anche un'educatrice: se sbagliavamo, ci sgridava. Ma poteva farlo. Perché gli alunni che seguiva la rispettavano. E questo grazie alle famiglie di quei bambini che sono riusciti a trasmettere loro l'importanza di quella figura.

I bambini di oggi sono oramai dei mini-adulti che vivono quotidianamente lo stesso identico stress che vivono i genitori. Ma non hanno ancora le forze per poter sopportare quel tipo di stress da soli. Oggi i problemi nascono all'interno delle mura domestiche, dove non c'è più "tempo" per dialogare e non si è più in grado di correggere quei piccoli errori che tutti ci troviamo a dover affrontare durante la nostra crescita. Quei piccoli errori che genereranno individui insicuri, repressi e violenti... tanto da arrivare a rubare la giovane... troppo giovane vita di Vanessa.

mercoledì 25 aprile 2012

Sociale o non sociale?


Vabbè... quello precedente non era il mio primo ed ultimo post.

Mi sono imbattuto nella lettura di un articolo, scritto da David Rowan.

Non sono originale, perché su altri blog potete trovare svariati commenti e discussioni riferiti a questo articolo, che potete trovare al seguente indirizzo: http://www.wired.com/epicenter/2010/09/six-reasons-why-wired-uks-editor-isnt-on-facebook/

(Tra l'altro... l'immagine che rappresenta questo post e che ho trovato in giro per la rete... la trovo FANTASTICA!)

Il titolo dice già tutto: "Six Reasons Why I’m Not On Facebook".
E' pieno di spunti interessanti e non si tratta dell'ennismo pseudo-intellettuale che cerca di opporsi a nuove mode. Forse un po' "superato", dato che è stato scritto nel Settembre 2010 quando le regole sulla privacy di Facebook erano un po' diverse da quelle presenti oggi.
Già... privacy. Tutto ruota intorno a questa parola. Sembra un paradosso: viene messo a disposizione della gente uno strumento per condividere pensieri ed eventi della propria vita. E la gente impazzisce ("People screw up, and give away more than they realise"). Finalmente può aprire una vetrina sul mondo e sente il fortissimo desiderio di condivisione.

Condivisione e Privacy. Due elementi contrapposti. E' stato difficile infatti da parte di legali e tecnici Facebook stabilizzare il processo di gestione della privacy. Molto difficile. E nei vari passaggi sono stati fatti anche disastri. Ricordo ancora quando metà degli utenti si sono ritrovati istantaneamente la bacheca con visibilità pubblica. Ah come lo ricordo bene. :)

Ma fa parte del gioco. Su un social non si dovrebbe neanche parlare di privacy. Per la natura del social.
Apprezzo persone come David Rowan che, piuttosto, rinunciano ad entrare a fare parte del mondo della "condivisione". Tutto legittimo. Ma è assurdo che una persona che decida in autonomia di mettere in rete le foto dei propri momenti di vita o di comunicare al mondo che sta andando in bagno... che si faccia tante seghe mentali sulla questione privacy. Questa è la mia modestissima opinione.

Sta di fatto che Mark Zuckerberg ha cambiato il mondo. Nel bene o nel male. Ma l'ha cambiato.
E riporto alcune sue parole durante un'intervista: "Bisogna capire che le cose sono molto cambiate negli ultimi sei anni. E che il concetto di privacy che ho io non è lo stesso che ha mio padre ed è diverso anche da quello di una ragazzo di quattordici anni. Sei anni fa nessuno voleva che le proprie informazioni personali fossero sul web, oggi il numero delle persone che rende disponibile il proprio cellulare su Facebook è impressionante. Per i miei genitori la privacy era un valore, per i miei coetanei condividere è un valore. Per noi i controlli sulla privacy sono sempre stati importanti, fin dall'inizio, se abbiamo commesso quale errore lo abbiamo immediatamente corretto. Il dialogo con i nostri utenti è fondamentale, quello che è accaduto è che la gente ha posto delle domande giuste e che noi abbiamo raccolto il loro feedback rendendo tutto più semplice e comprensibile".

E non ha inventato niente. Ha solo posto alle persone una domanda: "privacy o condivisione"? E la gente sembra aver scelto, con entusiasmo, la seconda opzione.

AndyBlogger??? Naaaa....

Io non so a cosa possa servirmi un blog.
Molto probabilmente questo sarà il primo e ultimo post.
Non so scrivere. 
Ho poca fantasia. 
Non sento di dover dire niente a nessuno.
Questo frenetico bisogno di comunicare sta diventando esageratamente eccessivo. Tutti sentono la necessità di "dire" e di raccontarsi... e siamo "all'effetto stadio": se tutti parlano insieme non si sente niente... se non un rumore di fondo. E nessuno è in grado di capire cosa stiano dicendo le persone.
In quello stadio, probabilmente, qualcuno sta dicendo qualcosa di importante. Ma nessuno è in grado di ascoltarlo.


Facciamo così: entro nello stadio e inizio a parlare pure io. E se per qualche miracolo ci sarà un momento di silenzio...


.......... rimarrò anche io in silenzio.