giovedì 1 maggio 2014

Perché...?

La vicenda del giovane Federico Aldrovandi è fin troppo nota, e non starò certo a riassumerla. Rimando piuttosto al link di Wikipedia, per chi non la conoscesse.

Ma quello che è successo ieri al congresso del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) ha avuto un impatto mediatico forse persino superiore all'evento tragico stesso, che ha portato via la vita al giovane Federico nell'ormai lontano 2005.

L'ovazione da parte dei colleghi per l'ingresso di 3 dei 4 poliziotti coinvolti in quell'assurdo episodio ha colpito l'opinione pubblica e la sensibilità di tutti coloro che sono rimasti sconvolti da quell'evento. E come non rimanere sconvolti di fronte al massacro di un ragazzo di 18 anni...

Ciò a cui stiamo assistendo, però, rischia di diventare qualcosa di pericoloso: ancora una volta, il fenomeno mediatico rischia di mettere alla gogna un'intera categoria solo a causa dell'irresponsabile azione di un gruppo ridotto di persone, che per un eccesso di "senso di appartenenza" ha esternato un sentimento discutibile e fuori luogo.

L'irresponsabilità di quelle persone danneggia prima di tutto coloro che svolgono quotidianamente il proprio lavoro (generalmente sottopagato) e che badano alla nostra sicurezza.

Io a questo gioco al massacro non ci sto, per quanto si stia facendo leva sulla nostra sensibilità verso quel povero ragazzo ucciso da 4 delinquenti.

Ma sinceramente sono anche stufo di vedere un esercito di Tackleberry che vede il corpo di Polizia come l'unica possibilità di rivalsa nei confronti della propria esistenza fallimentare.

Ovazione a Patrizia, madre di Federico, donna coraggiosa e per la quale non si può che provare profonda stima.

Per i 4 malviventi... via quella divisa. Abbiate almeno il rispetto per lei, dato che non l'avete avuta per la vita di un ragazzo appena maggiorenne. E voi che li acclamate... riflettete sul fatto che Federico fosse un figlio, prima di tutto. Voi che forse, come me, non siete genitori e non potete capire cosa significhi perdere un figlio in quel modo... ricordate i vostri 18 anni, e consideratevi fortunati a non aver incontrato 4 persone come quelle. Voi, i vostri fratelli, i vostri amici...

mercoledì 11 dicembre 2013

Forconi rivoluzionari

Più di un anno e mezzo fa, mi ritrovavo a scrivere questo post.

Da ormai tre giorni le nostre città sono completamente bloccate per la "protesta dei forconi", che tanto sta facendo imbestialire coloro che vivono il disagio di non riuscire a muoversi per recarsi al lavoro o a casa, e coloro che non possono neanche tenere aperto il proprio negozio per svolgere la regolare attività.

Sono confuso. Da una parte condanno chiunque arrivi a violare la libertà altrui, compresa la libertà del diritto allo sciopero, che non deve diventare dovere. Dall'altra mi rendo conto che quel senso di rassegnazione che ci ha portati così passivamente all'apatia sociale, in qualche modo abbia bisogno di uno "scossone".

Al di là delle azioni (assolutamente da condannare) svolte dai soliti gruppetti estremisti di destra o sinistra che siano, mi chiedo davvero come possa uscire da questo stallo un popolo come il nostro, stanco e rassegnato all'idea di sopravvivere piuttosto che vivere.

Un popolo che accetta di avere un non-Governo (ormai da un anno), che passa più tempo a verificare la fiducia in Parlamento piuttosto che a intervenire con i fatti per uscire da questa situazione disastrosa. Un non-Governo costituito da manichini senza carisma ed una opposizione composta da scimmie urlanti, ma che non propongono niente di concreto (se non di mandare a casa Napolitano, come se la causa di tutto fosse il Presidente della Repubblica).

Io sono davvero confuso. Perché non riesco più a distinguere le cause dagli effetti. Le aziende chiudono o mettono in cassa integrazione i dipendenti perché c'è crisi. Ma l'azienda che chiude genera crisi. E allora non capisco più se la crisi sia una causa o un effetto.

Siamo rimasti immobili, forse perché ci bastava quello che avevamo e non avevamo grandi ambizioni. Ora stiamo perdendo quel poco che ci serve per sopravvivere.

Io ho l'impressione che ciò che sta accadendo sia l'effetto di quella eccessiva rassegnazione che abbiamo vissuto negli ultimi anni... e che ora rischia di trasformarsi in rivoluzione. Si sta alimentando la tensione, la rabbia. E la rabbia ha la brutta caratteristica di diventare incontrollabile.

Temo che stiano per arrivare momenti duri per il nostro Paese.

Ma se si vuole costruire qualcosa di nuovo... prima bisogna demolire... e poi rimuovere le macerie.

venerdì 11 ottobre 2013

Strane "volontà"...

Nella giornata in cui muore, a 100 anni, Erich Priebke... e muore anche un bambino di 7 anni per dissenteria al Regina Margherita... viene un po' da riflettere sul concetto di "volontà di Dio" che tutti i credenti professano.

E nella stessa giornata in cui muore, a 100 anni, il carnefice di 335 persone innocenti ... altri 50 disperati (dopo i 339 della scorsa settimana) muoiono in mare nel tentativo di sopravvivere ad una infame vita che li ha costretti a cercare l'impossibile per poi far loro trovare la morte.

Dite quello che volete. Ditemi che "la sofferenza e' castigo del peccato", che "la sofferenza ha carattere di prova", che "la sofferenza è una chiamata alla conversione" (letto su questo post)... ma io non so accettare queste teorie.

No. Io non posso pensare che esista una forza superiore che decida tutto questo. Non può essere così. Perché se così fosse, non sarebbe "giusto". E non avrei un solo motivo per adorarlo, ma potrei semmai temerlo... e odiarlo.

Voi che credete... voi che a questi interrogativi rispondete solo con la parola "mistero"... voi che pensate che non sia dato conoscere la soluzione a questo enigma... provate a trovare un solo motivo per cui un mostro riesca a vivere in salute per 100 anni (senza mai pentirsi di ciò che ha fatto), mentre 389 innocenti affogano e un bimbo di 7 anni muore per una dissenteria.

Ditemi che è Dio ad aver voluto questo. Ditemelo.

E provate anche a dirmi se la considerate "cosa buona e giusta".

lunedì 7 ottobre 2013

Finalmente potrà valutare il ritorno...

In questo periodaccio siamo tempestati di notizie negative su tutti i fronti.

Ma una buona notizia è arrivata: il Califfo nazionale potrà finalmente riposare in pace, dopo tutte le polemiche e le allucinanti trafile burocratiche che l'hanno "parcheggiato" per mesi in un anonimo spazio.

Adesso puoi riposare in pace, Califfo. E fossi in te... escluderei in modo assoluto il ritorno.

Questo pianeta non ti merita...