lunedì 14 gennaio 2013

Eutanasia: un tema complicato

Ho letto una notizia che mi ha fatto rabbrividire (qui).
In pratica, due gemelli che vivevano in Belgio, sordi dalla nascita, hanno fatto ricorso all'eutanasia (legale in Belgio) nel momento in cui hanno avuto la certezza che da lì a poco avrebbero perso anche la vista. Mamma mia. Una notizia che mi ha raggelato il sangue.

Il tema dell'eutanasia è un tema davvero complesso da trattare. Credo che nessuno di noi sia pronto ad affrontare una scelta come quella di "staccare la spina". Il nostro istinto è sopravvivere, non morire.

E trovo un po' assurda ogni discussione che viene fatta su questo tema. Chi è a favore... chi contro... Facile. Molto facile discutere su un argomento che non ci tocca da vicino.

La sofferenza di chi arriva a decidere di preferire l'ignoto momento della morte piuttosto che la nota esperienza del vivere, credo sia argomento sul quale non si possa... anzi, non si debba neanche discutere.

Siamo individui. Siamo tutti diversi l'uno dall'altro.
E ognuno deve poter decidere per sé stesso.
E ancora una volta mi trovo a dover non condividere la posizione di un'organizzazione come la Chiesa che pone agli individui l'ennesimo vincolo che demolisce il sacrosanto libero arbitrio.

Chissà se un giorno la Chiesa inizierà minimamente a considerare importante l'uomo oltre al Dio in cui crede. Un uomo che ha anche un cervello, per il quale non deve essere necessario imporre, per la propria "salvezza", un percorso costituito da vincoli, utopistiche speranze, rinunce e terrore.

giovedì 27 dicembre 2012

Genio e sregolatezza


L'amore è cieco...

Dio è amore...

Ray Charles è cieco...



... quindi Ray Charles è Dio.



domenica 16 dicembre 2012

Un piccolo Grande uomo... Maurizio Puato

Chi mi conosce bene sa che non sono il tipo da "celebrare" gli altri. Non sarei in grado di celebrare me stesso, figuriamoci gli altri. E figuriamoci celebrare una persona che conosco poco.
Però una persona come Maurizio, che ho la fortuna di conoscere personalmente, va a parer mio "celebrata". Non perché in questi giorni è stato sulle scene della cronaca. Non perché "è andato in TV". Non perché ha scalato la Mole Antonelliana.

Il motivo è uno solo: Maurizio è una di quelle persone che riesce a trasmettere le proprie passioni. Ne ho conosciute poche di persone come lui. Obiettivamente lo conosco da poco tempo. Non ho un gran confidenza, e non ho neppure gli elementi per poterlo "descrivere", dato che non so molto di lui.

Però è una persona che "comunica". E lo fa senza parlare. Lo guardi negli occhi e intravedi un fiume in piena. Le sue passioni si percepiscono. Non ho la passione dell'arrampicata. Non ho la passione della fotografia. Eppure... riesco a percepire queste due passioni. Maurizio è una persona che sa "travolgerti" senza che tu te l'aspetti.

Maurizio è una di quelle rare persone che hanno dato un senso alla propria esistenza.

E io provo una sana invidia per Maurizio...

Continua così Mauri... :-)

sabato 8 dicembre 2012

Le tre canzoni più belle di tutti i tempi...

Spesso ci si ritrova a dover rispondere a questa domanda: "Che musica ti piace?". E ogni volta mi ritrovo travolto dall'imbarazzo. A questa domanda NON SO rispondere.

Non sono una persona che passa le giornata con cuffie e/o auricolari. Non sono una persona che ascolta musica continuamente. Non sono un'enciclopedia vivente della musica nazionale e internazionale. Ma mi considero una di quelle persone che sa "sentire" la musica... e che non si limita ad "ascoltarla".

DA SEMPRE... mi capita di ascoltare una canzone e non rendermi neanche conto delle parole. Ahimé, io non ascolto praticamente MAI le parole di una canzone. Non ci riesco. A meno che la musica non mi trasmetta... niente. Ma se una musica mi piace, le parole sono quasi d'ostacolo.
E' così che vivo la musica.

"Che musica ascolti?"... seconda domanda a cui non so rispondere. Ascolto la buona musica. Quella "penetrante". Quella che ti fa rimanere senza fiato all'improvviso e inaspettatamente.

Ma alla domanda: "Quali sono secondo te le tre canzoni migliori di tutti i tempi?"... so rispondere. Senza indugi. Senza ombra di dubbio.

Eccole (mio assoluto e soggettivo parere):
  1. Nothing else matters - Metallica: un capovaloro. IL capolavoro. Un miracolo, considerata la quasi "banalità" del giro di accordi (e delle parole). Qualcosa di talmente "semplice" da diventare quasi incomprensibile. Non è una canzone. E' un sentimento. E descrivere un sentimento è impossibile. Sta di fatto che è l'unica canzone che, nell'ascoltarla, vorrei non finisse mai. E quando finisce sto male. Perché non si è pronti al silenzio dopo aver ascoltato una canzone come questa.
  2. November Rain - Guns N' Roses: qui di "banale" non c'è niente. E' come andare sulle montagne russe. Poi ad un tratto... una salto nel vuoto. E si rimane lì sospesi. Ma sentendo nel profondo che qualcosa sta per succedere (e siamo verso la metà della canzone). L'attesa dura poco... e l'adrenalina va alle stelle. Le montagne russe ricominciano... ma stavolta non si intravede più la fine.
  3. Innuendo - Queen: beh... che dire. L'Arte. E' quasi l'opposto di Nothing else matters. Estremamente complessa. Articolata. Direi quasi "annodata". Siamo al Divino... ciò che si arriva ad adorare senza poterne verificare la reale presenza. Qualcosa che senti troppo superiore alla tua percezione. Si ascolta Innuendo... e ci si sente "piccoli". E' "tanto". E' troppo. Non può essere stata creata dall'uomo una canzone così.
E ce ne sono molte altre... ma queste tre sono, a parer mio, di parecchie grandezze superiori a tutto il resto.

lunedì 3 dicembre 2012

Il nuovo che avanza... Sì, ma adesso è meglio di no.

Una bella premessa a caratteri cubitali: la Politica, ahimé, mi interessa poco.
Questo post non ha neanche lontanamente il sapore del mini-comizio politico.

Per mia natura, non sono in grado di prendermi in giro. E non riesco ad accettare il fatto che oggi la Politica non sia qualcosa di serio... qualcosa di credibile.

Serietà e credibilità sono stati storicamente gli elementi fondanti della Politica. Abbiamo vissuto per anni in un Paese civile e democratico. E questo lo dobbiamo ai grandi uomini che con la Politica hanno costruito il futuro... nonché il nostro presente.
Uomini seri e credibili hanno investito la loro vita nell'illusione di poter essere d'esempio per le generazioni future. Ma il progetto è fallito. Il progetto orientato al continuo miglioramento della qualità della vita... è inesorabilmente fallito.
Non ho le capacità di individuare cause e responsabilità. Ma il progetto è fallito. Punto e basta.

La Politica ha perso di credibilità. Le persone che si avvicinano alla Politica diventano, nel migliore dei casi, poco credibili dopo pochissimo tempo.
Serietà e credibilità non sono più requisiti richiesti per poter diventare elemento attivo nella classe dirigente di una società. Peccato.

I grandi uomini della storia pensavano alle generazioni future. Oggi si pensa solo più al presente. E non si ha nemmeno rispetto del proprio passato.
Un po' di responsabilità da parte dell'istruzione la intravedo. Ma non mi interessa, ora, approfondire questo tema.

Volevo solo esprimere un'impressione riguardo al tema di queste ore: le primarie del PD che ha visto contrapposti Bersani e Renzi. Non intendo esprimere giudizi sulle due persone.

Ma l'impressione che ho avuto è questa:
  • Bersani, classe 1951, inizia la sua carriera politica "attiva" nel 1980 come assessore
  • Renzi, classe 1975. inizia la sua carriera politica "attiva" nel 1999 in qualità di segretario comunale del Partito Popolare Italiano
  • la gente si trova a dover scegliere tra "novità" ed "esperienza"
... e non ha dubbi: sceglie l'esperienza. Si ha poca fiducia di qualcosa di diverso da ciò che conosciamo da sempre. La gente teme il cambiamento. La Politica che abbiamo sempre conosciuto ha la faccia di Bersani... non di Renzi. Renzi non sembra un politico. Viviamo di stereotipi.

La gente disprezza la Politica. Ma non sente il peso della responsabilità di dover cambiare tutto. Radicalmente. Anche nell'immagine.

Siamo un Paese vecchio. Non un Paese di vecchi. Siamo vecchi già a 30 anni. Rassegnati a dover vivere nell'unica realtà che conosciamo. Ci si piange addosso. Ed è la cosa più semplice che si possa fare. Il potersi lamentare continuamente è l'alibi... quello che ci permette di non sentirsi responsabili di fronte ad una civiltà che tende precipitosamente alla distruzione.