lunedì 18 marzo 2013

Habemus... mò l'habemus.

Sì sì. Lo so. Il titolo di questo post farà infuriare i cattolici più estremisti che hanno apprezzato la figura (e l'operato) di Papa Benedetto XVI.
Perché in questo titolo sembrerebbe celarsi il messaggio "Dopo Papa Giovanni Paolo II non abbiamo più avuto un Papa. Ora ce l'abbiamo.".

Beh... sì è vero. Lo penso veramente. Non è poi troppo celato il messaggio.

Non dovrei parlare di Chiesa, perché non ne riconosco autorità ed autorevolezza. Eppure mi ritrovo spesso a parlarne.

Ma è inevitabile: non si può ignorare una personalità importante come il Papa. Una persona che è una "guida" per milioni di individui. Ignorarne l'importanza è da stupidi. Ignorare ciò che rappresenta per l'umanità... è da ignoranti. Il Papa è forse, in assoluto, la personalità che più ha impatto nel "sociale", ma soprattutto nella parte introspettiva degli individui.

E non si può negare che, appena ha preso la parola nel momento della proclamazione, la maggiorparte delle persone ha tirato un sospiro di sollievo e pensato: "Finalmente".

Non voglio certo parlar male del Papa Emerito. Ma negare il fatto di aver scelto un Papa "di transizione" perché era impossibile, in quel momento, sostituire una figura come Papa Giovanni Paolo II... è un po' negare la realtà.

Una realtà confermata, ora, dall'arrivo di un Uomo. Un Uomo come lo era quel Polacco che ha lasciato tutti interdetti... e la cui "grandezza" è stata riconosciuta da tutti, anche dai non credenti.

In quella veste bianca è tornata l'umanità di cui avevamo bisogno. 
E' tornato il volto di un uomo. 
E' tornata una persona che sente, con responsabilità. la necessità di dover cambiare qualcosa.
E' arrivata una persona che sente il peso della responsabilità di ciò che rappresenta.

Tanti Auguri Papa Francesco I.

PS: questa foto... è FANTASTICA.

mercoledì 6 marzo 2013

La Felicità

Non vi spaventate per il post delirante che seguirà. Sto vivendo un periodo molto... "introspettivo", direi. Ma sto bene. Nessuno chiami il 118!!!


Definizione Wikipediesca (tratta dal Vocabolario Garzanti) della parola Felicità:
"La felicità è lo stato d'animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri"
Mica mi è piaciuta questa definizione.

Facciamo una verifica per capire se la definizione ha senso.
Che cos'è l'infelicità? Mi aspetterei una definizione del genere:
"L'infelicità è lo stato d'animo (emozione) negativo di chi ritiene insoddisfatti tutti i propri desideri"
E' sufficiente non riuscire a soddisfare i propri desideri per essere infelici?
No. Si può essere infelici a prescindere dal riuscire o meno a soddisfare un proprio desiderio.
Un esempio? Vi è mai capitato di avere avuto a che fare, in normalissime giornate, con persone "famose"? Avete mai avuto "contatti" con qualche VIP? Se sì, concorderete con me che nella stramaggioranza dei casi vi siete trovati, inaspettatamente, di fronte a persone apparentemente infelici. I VIP investono la propria vita nel tentativo di alimentare la notorietà. Raggiunta la notorietà... la naturale conseguenza diventa l'infelicità. Strano, eh?

E' necessario riuscire a soddisfare i propri desideri per essere felici?
No. Si può essere felici a prescindere dal riuscire o meno a soddisfare un proprio desiderio.
Un esempio? ... mmmmmm... non mi viene in mente un esempio.
Forse sto commettendo qualche errore di valutazione. Forse la definizione non è poi così errata.

Aspettate. Faccio qualche domanda ad Andrea.

Andrea, tu sei felice?
Mah... non molto.

Perché?
...................... ehm............ Non lo so.

E allora come fai ad affermare di essere infelice?
Non ho detto di essere infelice. Ho detto che non mi sento molto felice.

Eh no scusa, se non sei felice significa che tu sei infelice!
Ma no. Non mi sento infelice! Non ho motivi per essere infelice!

In pratica stai dicendo che tu non ti consideri né felice né infelice?
Beh... sì.

E allora ci spieghi cosa c'è tra "felicità" e "infelicità"?
L'equilibrio...

Felicità e infelicità sono due estremi.
Nessun essere umano può vivere bene in uno stato di infelicità permanente.
E nessun essere umano può vivere bene in uno stato di felicità permanente.

La soluzione è sempre e solo una: l'equilibrio.

venerdì 1 marzo 2013

Se prima eravamo in due a ballare l'hully gully...

...  adesso siamo in tre a ballare l'hully gully!!!!

Dai, c'era da aspettarselo. Il risultato non poteva che essere questo. Siamo un Paese malato e non riusciamo a trovare il medicinale giusto per guarire. O forse siamo ormai rassegnati a vivere in una condizione di malessere.


I risultati delle elezioni dimostrano che non sentiamo il peso delle responsabilità di noi stessi. O meglio, dimostrano che la gente pensa di non avere responsabilità oggettiva nei confronti del Paese in cui vive.

Eppure di opportunità per cambiare ne abbiamo avute stavolta.
Il PD avrebbe potuto, a mio parere, stravincere se solo avesse portato Renzi e non Bersani.
Stessa cosa vale per il PDL se avesse messo da parte Berlusconi ed il suo "prescelto" Alfano proponendo un volto nuovo, dimostrando di essere un vero partito politico e non lo strumento di una persona ormai diventata patetica nei modi e nell'immagine di ciò che rappresenta.
Anche Grillo se non fosse completamente gestito da un entourage che stabilisce a tavolino cosa dire, quando dirlo, come dirlo... ma soprattutto cosa non dire e come evitare ciò che potrebbe far commettere errori.

Niente. Non ce la facciamo. Siamo caduti nella completa apatia. Non vogliamo cambiare la nostra condizione ed il modo di fare politica. Non vogliamo neanche pensarci.

Il non pensare per la paura di dover affrontare qualcosa che ci fa star male.

Un Paese apatico. Un Paese depresso. Un Paese destinato ad aver vita breve.

lunedì 14 gennaio 2013

Eutanasia: un tema complicato

Ho letto una notizia che mi ha fatto rabbrividire (qui).
In pratica, due gemelli che vivevano in Belgio, sordi dalla nascita, hanno fatto ricorso all'eutanasia (legale in Belgio) nel momento in cui hanno avuto la certezza che da lì a poco avrebbero perso anche la vista. Mamma mia. Una notizia che mi ha raggelato il sangue.

Il tema dell'eutanasia è un tema davvero complesso da trattare. Credo che nessuno di noi sia pronto ad affrontare una scelta come quella di "staccare la spina". Il nostro istinto è sopravvivere, non morire.

E trovo un po' assurda ogni discussione che viene fatta su questo tema. Chi è a favore... chi contro... Facile. Molto facile discutere su un argomento che non ci tocca da vicino.

La sofferenza di chi arriva a decidere di preferire l'ignoto momento della morte piuttosto che la nota esperienza del vivere, credo sia argomento sul quale non si possa... anzi, non si debba neanche discutere.

Siamo individui. Siamo tutti diversi l'uno dall'altro.
E ognuno deve poter decidere per sé stesso.
E ancora una volta mi trovo a dover non condividere la posizione di un'organizzazione come la Chiesa che pone agli individui l'ennesimo vincolo che demolisce il sacrosanto libero arbitrio.

Chissà se un giorno la Chiesa inizierà minimamente a considerare importante l'uomo oltre al Dio in cui crede. Un uomo che ha anche un cervello, per il quale non deve essere necessario imporre, per la propria "salvezza", un percorso costituito da vincoli, utopistiche speranze, rinunce e terrore.

giovedì 27 dicembre 2012

Genio e sregolatezza


L'amore è cieco...

Dio è amore...

Ray Charles è cieco...



... quindi Ray Charles è Dio.