giovedì 25 aprile 2013

Il Paese dei denti marci

Probabilmente qualcuno rimarrà infastidito leggendo l'ennesimo post "contro" una categoria professionale.
Io odio le lobby. Ma quella dell'Odontoiatria è quella che meno riesco a tollerare.
Ora, è evidente che nessun Dentista ammetterà mai l'esistenza di una lobby. Viene sempre tirato in ballo l'alto "costo dei materiali". Può essere.
Una cosa è innegabile però: siamo nell'ambito della Sanità. Non stiamo parlando di compravendita di immobili. Non stiamo parlando di automobili di lusso.
Stiamo considerando normale che le persone non abbiano la possibilità di curarsi.
Siamo di fronte a Professionisti che giurano di:
curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica e promuovendo l'eliminazione di ogni forma di discriminazione in campo sanitario.
E invece viviamo, e ormai accettiamo, una disgustosa discriminazione della condizione sociale: chi ha soldi avrà una bocca sana, chi non ha soldi (tanti soldi) avrà una bocca malata.

E continuiamo a considerarci un Paese civile...

Vi racconto una mia esperienza.
Tempo fa, ho avuto bisogno di un dentista per due devitalizzazioni e due ricostruzioni. Quindi vado dal solito amico dentista di un mio amico (da noi è una prassi muoversi in questo modo). Proprio perché sono amico dell'amico di un non si sa quale amico di quale parente... 800€ (vi lascio il dubbio sulla questione "fattura"), ma con due ricostruzioni "temporanee". A questi si sarebbero dovuti aggiungere 600€ per corona (quindi in totale 1200€). Faccio il lavoro da 800€. Per tre mesi, mangiare diventa un incubo, perché sono presenti spaziature, tra i denti ricostruiti e quelli vicini, che infiammano le gengive e provocano forte dolore. Eh ma ero stato avvertito: le corone risolveranno il problema.
Mi capita di andare, per vacanza, in Romania. Ho detto vacanza eh... non sono andato per turismo dentale (fenomeno ormai di moda... ovviamente). E, sotto consiglio, vado da una Dentista. Giovane, bello studio, pulitissimo. Già che sono qui... facciamo una detartrasi. Ehm... c'è una carietta. Otturazione. Ma sì, già che sono qui. Poi le spiego il mio "problema".
Non riesco manco più a mangiare dal dolore. Mi spiega, con molta professionalità e senza voler accusare il collega che ha fatto quel lavoro, che la ricostruzione, anche se apparentemente temporanea, è stata fatta male. Non solo, è stato anche usato un materiale che si tende a non usare più perché parecchio fragile. Però, sarebbe bastato fare un lavoro un po' più "preciso" ed io non avrei sentito quel dolore. Non solo!!! Mi spiega che per i denti sottili come i miei, non conviene mettere le corone, perché bisognerebbe limare un po' il dente che però è già troppo sottile, con il rischio di indebolirlo ulteriormente e rendere la corona poco efficace (rischierebbe di rompersi facilmente).
La soluzione è rifare la ricostruzione... ma con un materiale pregiato.
Mi vengono alla mente tutte le cose che sento dire qui: "Eh ma che materiali usano... Eh ma la pulizia... Eh ma non sono professionali...". Ammetto: ho un po' di ansia, influenzato da ciò che viene detto qui da noi riguardo i Dentisti oltre-confine.
Butto un occhio sui materiali... Non starò a citare le marche, ma sono le stesse dei materiali usati dai nostri dentisti. Prima ricostruzione. Il giorno dopo, seconda ricostruzione. Finalmente posso mangiare.
Sono due anni che ho quelle ricostruzioni e non ho più avuto problemi. Mentre sono lì, arriva anche un rappresentante. Sento i prezzi dei materiali. Ma non si diceva che il vero problema è relativo al costo di quei materiali? Possibile che un'azienda come 3M stabilisca prezzi così diversi a seconda del Paese in cui organizza il proprio business? Può essere. Non so rispondere a questa domanda.
Sta di fatto che ho trovato molta più professionalità e molta più attenzione in quella dottoressa che in quello che mi ha "curato" qui in Italia. Ovviamente sarà stato un caso. Qui da noi è pieno di Professionisti in gamba, ed in Romania ci saranno anche Dentisti macellai. Ma sarà vero anche il contrario, quindi il pregiudizio ha valore nullo.

Ah... dimenticavo... per tutti quei lavori fatti in Romania e che mi hanno restituito la possibilità di mangiare serenamente... ho speso 80€.

Ma sarà colpa dei materiali...

martedì 2 aprile 2013

Non escludo il ritorno

Il titolo di questo post è il titolo di una canzone di Franco Califano.
Ma non è solo il titolo di una sua canzone: è anche ciò che Califano ha voluto fosse scritto sulla sua lapide. Era un genio Califano, al di là del suo particolare modo di interpretare la vita.

Questa Pasqua ci ha portato via due geni del panorama musicale del nostro secolo: Enzo Jannacci e Franco Califano.

Il primo, medico prima di ogni altra cosa. Ma un medico con la voglia di cabaret. Un cardiochirurgo con la voglia di vivere una vita "di contrasto". Un uomo che ha vissuto "in fase" la vita da medico professionista... ed "in controfase" la vita da mattatore del palcoscenico.

Il secondo, poeta prima di ogni altra cosa. Ma un poeta con la voglia di vivere sul filo del rasoio la propria vita, fatta di eccessi e senza regole. Un uomo che ha sempre vissuto "in controfase", perché della normalità non se ne sarebbe fatto niente.

Due artisti se ne vanno. Anzi, altri due artisti se ne vanno. Persone che nel loro piccolo hanno costruito un pezzo della storia di questo Paese. E' brutto vederli andare via così. Ce li immaginiamo immortali e sempre presenti. E invece no, anche loro arrivano al capolinea.

Due pezzi di storia. Due uomini prima di ogni altra cosa.

Grazie Enzo. Grazie Franco.

lunedì 18 marzo 2013

Habemus... mò l'habemus.

Sì sì. Lo so. Il titolo di questo post farà infuriare i cattolici più estremisti che hanno apprezzato la figura (e l'operato) di Papa Benedetto XVI.
Perché in questo titolo sembrerebbe celarsi il messaggio "Dopo Papa Giovanni Paolo II non abbiamo più avuto un Papa. Ora ce l'abbiamo.".

Beh... sì è vero. Lo penso veramente. Non è poi troppo celato il messaggio.

Non dovrei parlare di Chiesa, perché non ne riconosco autorità ed autorevolezza. Eppure mi ritrovo spesso a parlarne.

Ma è inevitabile: non si può ignorare una personalità importante come il Papa. Una persona che è una "guida" per milioni di individui. Ignorarne l'importanza è da stupidi. Ignorare ciò che rappresenta per l'umanità... è da ignoranti. Il Papa è forse, in assoluto, la personalità che più ha impatto nel "sociale", ma soprattutto nella parte introspettiva degli individui.

E non si può negare che, appena ha preso la parola nel momento della proclamazione, la maggiorparte delle persone ha tirato un sospiro di sollievo e pensato: "Finalmente".

Non voglio certo parlar male del Papa Emerito. Ma negare il fatto di aver scelto un Papa "di transizione" perché era impossibile, in quel momento, sostituire una figura come Papa Giovanni Paolo II... è un po' negare la realtà.

Una realtà confermata, ora, dall'arrivo di un Uomo. Un Uomo come lo era quel Polacco che ha lasciato tutti interdetti... e la cui "grandezza" è stata riconosciuta da tutti, anche dai non credenti.

In quella veste bianca è tornata l'umanità di cui avevamo bisogno. 
E' tornato il volto di un uomo. 
E' tornata una persona che sente, con responsabilità. la necessità di dover cambiare qualcosa.
E' arrivata una persona che sente il peso della responsabilità di ciò che rappresenta.

Tanti Auguri Papa Francesco I.

PS: questa foto... è FANTASTICA.

mercoledì 6 marzo 2013

La Felicità

Non vi spaventate per il post delirante che seguirà. Sto vivendo un periodo molto... "introspettivo", direi. Ma sto bene. Nessuno chiami il 118!!!


Definizione Wikipediesca (tratta dal Vocabolario Garzanti) della parola Felicità:
"La felicità è lo stato d'animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri"
Mica mi è piaciuta questa definizione.

Facciamo una verifica per capire se la definizione ha senso.
Che cos'è l'infelicità? Mi aspetterei una definizione del genere:
"L'infelicità è lo stato d'animo (emozione) negativo di chi ritiene insoddisfatti tutti i propri desideri"
E' sufficiente non riuscire a soddisfare i propri desideri per essere infelici?
No. Si può essere infelici a prescindere dal riuscire o meno a soddisfare un proprio desiderio.
Un esempio? Vi è mai capitato di avere avuto a che fare, in normalissime giornate, con persone "famose"? Avete mai avuto "contatti" con qualche VIP? Se sì, concorderete con me che nella stramaggioranza dei casi vi siete trovati, inaspettatamente, di fronte a persone apparentemente infelici. I VIP investono la propria vita nel tentativo di alimentare la notorietà. Raggiunta la notorietà... la naturale conseguenza diventa l'infelicità. Strano, eh?

E' necessario riuscire a soddisfare i propri desideri per essere felici?
No. Si può essere felici a prescindere dal riuscire o meno a soddisfare un proprio desiderio.
Un esempio? ... mmmmmm... non mi viene in mente un esempio.
Forse sto commettendo qualche errore di valutazione. Forse la definizione non è poi così errata.

Aspettate. Faccio qualche domanda ad Andrea.

Andrea, tu sei felice?
Mah... non molto.

Perché?
...................... ehm............ Non lo so.

E allora come fai ad affermare di essere infelice?
Non ho detto di essere infelice. Ho detto che non mi sento molto felice.

Eh no scusa, se non sei felice significa che tu sei infelice!
Ma no. Non mi sento infelice! Non ho motivi per essere infelice!

In pratica stai dicendo che tu non ti consideri né felice né infelice?
Beh... sì.

E allora ci spieghi cosa c'è tra "felicità" e "infelicità"?
L'equilibrio...

Felicità e infelicità sono due estremi.
Nessun essere umano può vivere bene in uno stato di infelicità permanente.
E nessun essere umano può vivere bene in uno stato di felicità permanente.

La soluzione è sempre e solo una: l'equilibrio.

venerdì 1 marzo 2013

Se prima eravamo in due a ballare l'hully gully...

...  adesso siamo in tre a ballare l'hully gully!!!!

Dai, c'era da aspettarselo. Il risultato non poteva che essere questo. Siamo un Paese malato e non riusciamo a trovare il medicinale giusto per guarire. O forse siamo ormai rassegnati a vivere in una condizione di malessere.


I risultati delle elezioni dimostrano che non sentiamo il peso delle responsabilità di noi stessi. O meglio, dimostrano che la gente pensa di non avere responsabilità oggettiva nei confronti del Paese in cui vive.

Eppure di opportunità per cambiare ne abbiamo avute stavolta.
Il PD avrebbe potuto, a mio parere, stravincere se solo avesse portato Renzi e non Bersani.
Stessa cosa vale per il PDL se avesse messo da parte Berlusconi ed il suo "prescelto" Alfano proponendo un volto nuovo, dimostrando di essere un vero partito politico e non lo strumento di una persona ormai diventata patetica nei modi e nell'immagine di ciò che rappresenta.
Anche Grillo se non fosse completamente gestito da un entourage che stabilisce a tavolino cosa dire, quando dirlo, come dirlo... ma soprattutto cosa non dire e come evitare ciò che potrebbe far commettere errori.

Niente. Non ce la facciamo. Siamo caduti nella completa apatia. Non vogliamo cambiare la nostra condizione ed il modo di fare politica. Non vogliamo neanche pensarci.

Il non pensare per la paura di dover affrontare qualcosa che ci fa star male.

Un Paese apatico. Un Paese depresso. Un Paese destinato ad aver vita breve.